Maurizio Biancarelli-L'immagine raccontata: una missione in piena estate, Parco Nazionale dell' Appennino Tosco Emiliano






Luglio. Non c’è niente da fare, l’estate è in fondo alla mia lista delle stagioni. Amo l’inverno, ho dedicato un libro intero all’argomento, ma non è per presa di posizione che trovo l’estate poco interessante. Ci sono dei dati oggettivi, dei motivi incontestabili. Quando trovate cieli costantemente sereni, piatti, afa e foschia, tutti elementi che non aiutano certo a scattare foto mozzafiato, direi nemmeno decenti? 
E poi il caldo e la fatica della salita, i vestiti zuppi di sudore, che vanno subito cambiati quando arrivi in cima, per poi ritrovarseli  dopo poco esattamente come prima.
Ma l’Altroversante è un progetto ambizioso, le missioni in programma sono tante, e così è inevitabile che qualcuna debba essere fatta in questa stagione. Cerco di consolarmi così mentre guardo il cielo sereno, il velo denso di foschie che nasconde i profili dei monti verso la pianura padana dall’alto del crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, sul quale cammino in cerca di ispirazione. 
Ma la frustrazione strisciante non si placa.  La sensazione di trovarsi davanti ad un bel paesaggio di verdi pendii ripidi ricoperti di incredibili distese di mirtilli, ammantati da boschi rigogliosi, punteggiati da una varietà di laghi e laghetti lasciati in eredità da antichi ghiacciai e trovare il tutto sotto un cielo senza una nuvola, con una luce sempre troppo dura, eccessiva, sta facendomi perdere la fiducia. Sento la voglia di sfogarmi un po' e parlo di questo  con Roberto e Giuseppe mentre camminiamo sul crinale del Monte Prado. Sono le mie brave guide e assentono, ma senza troppa convinzione, si vede che godono del vento e della “splendida” giornata soleggiata, come  biasimarli?
Siamo arrivati in netto anticipo sul tramonto e così mentre loro si rilassano, lasciato lo zaino a terra, faccio un giro esplorativo per trovare l’angolo migliore per la sera. Qualche nuvoletta sparuta si vede sopra al profilo del Cusna, chissà che non regga fino al calare del sole e si tinga di rosa. 
Le ore passano, si fa sera e, inaspettata,  arriva la sorpresa:  il “marino”, così lo chiamano quassù, un vento da sud-sud-ovest aumenta d’intensità e nuvole sottili cominciano a formarsi sotto i nostri occhi sospinte a gran velocità lungo i pendii. Sono esili, sparute, poco più che sbuffi di vapore all’inizio, ma poi mano a mano che passa il tempo aumentano di volume, fino a diventare nebbia intensa che tutto copre, annullando il paesaggio. A questo punto il mio umore cambia, repentino, come il tempo. Siamo in prossimità del tramonto e, se la nebbia si attenuasse, le possibilità di una vera foto da Altroversante si farebbero concrete. Ora sono in attesa trepida e l’adrenalina comincia a scorrere quando vedo che la nebbia, a tratti, si dirada davvero. Il vento è forte, le raffiche improvvise e anche se il treppiede è ben piazzato, non si sa mai, meglio cercare di stabilizzarlo ancora di più. Chiedo a Roberto di aiutarmi a tenerlo fermo con le mani, e’ freddo e gli  presto volentieri i miei guanti. Il suo aiuto è prezioso e generoso, apprezzo assai la sua collaborazione. Con la coda dell’occhio mi accorgo che alle nostre spalle Giuseppe, sorridente, sta iniziando a scattare col telefonino.
Nel momento cruciale si creano varchi nella nebbia, il paesaggio appare e scompare, mentre il flusso delle nuvole cambia, mutevole come non mai. Ora appare nitida una cima, ora un’altra. Tutto è giallo e rosso, ogni foto diversa, mentre scatto veloce e i tempi lunghi d’esposizione sfumano le nuvole in movimento. Scatto e sono eccitato, controllo in fretta il monitor, scambio battute a voce alta con Roberto, anche lui coinvolto dallo spettacolo e dal mio entusiasmo, e mi chiedo, in gran segreto, se sia il caso di cambiare opinione sull’estate.

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  1. ...leggevo ed ero lì con voi, seppur in Sicilia. Grande Maurizio, un artista, di grande cultura, fiero di averti conosciuto.
    Gianluca

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  2. Caro Gianluca grazie. I giorni passati a Cavagrande del Cassibile sono ancora vivi, è stata una bellissima esperienza in un luogo speciale, un saluto a te e agli altri Maurizio

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